IL QUARTO VUOTO
Testo e Regia di Gina Merulla
Con Mamadou Dioume, Sabrina Biagioli, Massimo Secondi e Fabrizio Facchini
Con la voce di Andrea Lavagnino
Fotografia: Violetta Canitano
Ufficio Stampa: Nuvole Rapide Produzioni
“Quarto vuoto” è il nome attribuito al Rub al-Khali, uno dei più grandi deserti di sabbia del mondo che ricopre un quarto della Penisola Arabica. Sconfinato, arido, inospitale, disabitato, estremo, sconosciuto.
Con questa ispirazione negli occhi lo spettacolo si propone come un viaggio di esplorazione all'interno del “Quarto Vuoto” interiore dell'animo umano. Si tratta di un labirinto desolante e seducente, assordante e silenzioso, oscuro e abbagliante in cui non ci si addentra mai veramente.
L'attore come l'essere umano si trova a confrontarsi con il proprio “Quarto Vuoto” in un difficile e complesso percorso di ricerca; senza paura e senza difese è tenuto a intraprendere un cammino in se stesso oltrepassando i confini del conosciuto e del consapevole per ascoltare la voce del deserto.
Un viaggio incosciente con risvolti a volte comici a volte dolorosi a volte sorprendenti che trascende il testo per affidarsi completamente ai corpi che come dune in perenne movimento oscillano, dondolano e mutano insieme al vento.
DOBBIAMO PARLARE
Di Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi e Diego de Silva
Regia: Gina Merulla
Con Ilario Crudetti, Patrizia Casagrande, Alessandro Catalucci e Sabrina Biagioli
Costumi: Agnese Pizzuti
Scene e Grafica: Violetta Canitano
Ufficio Stampa: Nuvole Rapide Produzioni
"Dobbiamo parlare: è questo l'incipit più temuto nei discorsi di ogni coppia.."
Così recita ironicamente il Tagline del meraviglioso film tratto da questo testo teatrale di Sergio Rubini introducendoci in un variegato universo di coppia in cui realtà e finzione si alternano senza sosta.
Un enorme attico nel centro di Roma all'apparenza sfarzoso ma in cui non funziona niente. Vanni e Linda, uno scrittore e la sua ghostwriter persi nel loro amore radical e progressista. Alfredo (Detto il Prof) e Costanza, un cardochirurgo e una dermatologa alle prese con il tradimento quale realtà costante del loro amore conformista e benestante. Una notte.. una lunga.. lunghissima notte..
Destra conformista contro sinistra riformista, traditori contro traditi, uomini contro donne, intellettuali contro materialisti, sinceri contro bugiardi, sognatori contro realisti: una partita a quattro senza esclusione di colpi che vede schieramenti sempre diversi. E così fra litigi, discussioni, scherzi, confronti, risate, ammissioni di colpe e rivelazioni i quattro protagonisti si metteranno in gioco completamente: l'amore e l'amicizia si frantumeranno di fronte al rischio della verità a tutti i costi.
La Regia è ironica, veloce e vivace affinché questa commedia intelligente ed estremamente divertente riveli tutto il suo potenziale comico e drammatico: fra trovate brillanti, scene spassose e risate copiose si riflette sulla vita e sull'amore. Con esiti esilaranti!!
APARTHEID
Di Gina Merulla
Regia: Gina Merulla
Con : Mamadou Dioume, Patrizia Casagrande e Andrea Rettagliati
Ispirato a “Età di ferro” di John Maxwell Coetzee, scrittore e saggista sudafricano, Premio Nobel per la letteratura nel 2003, APARTHEID affronta il tema delicato e difficile di una delle più aspre e distruttive politiche di segregazione razziale del secolo scorso. La presunta filosofia dell'apartheid basata sulla possibilità/necessità per i vari gruppi etnici di salvaguardare la propria cultura e le proprie tradizioni diviene una legge di annichilimento e ghettizzazione di tutte le razze davanti agli occhi opachi del mondo.
Mentre tutto ciò accade il Teatro non resta indifferente ma cerca la sua strada per resistere ma anche per combattere di fronte a tutto ciò che è negazione dell'arte e negazione di umanità.
Un gruppo di persone sotto la guida di Barney Simon e Mannie Manim si riunisce e restaura un vecchio mercato della frutta indiano: nasce così il Market Theatre di Johannesburg o il cosidetto "Theatre of the Struggle" come sarà conosciuto in seguito nel resto del mondo.
Una donna bianca consumata dalla sua malattia e un uomo nero privato della sua voce assistono alla creazione del primo “ non-racial Theatre ” che sfidò l'Apartheid armato solo ed esclusivamente della convinzione che la cultura può cambiare la società.
L'Apartheid vista attraverso gli occhi dei bianchi, gli occhi dei neri, i nostri occhi, gli occhi della storia, gli occhi dell'Artista.
La regia sottolinea proprio questo aspetto multiprospettico: passato, presente e futuro si mescolano in un tempo frammentato, amalgamato, indecifrabile.. così come lo spazio che si trasforma in continuazione alternando interno e esterno, contenitore e contenuto, pieno e vuoto. Tempo e Spazio non hanno più forma, non hanno più sostanza, non hanno più significato.
E in questo chiasso/silenzio il Teatro..
PUTTANE IN SABBIA
Testo e Regia di Gina Merulla
Con Sabrina Biagioli, Ilaria Rossi e Teodora Nadoleanu
Con la Partecipazione di Gina Merulla
La prostituzione ovvero guardare attraverso la sabbia. Lo spettacolo stesso è un'esplorazione provocatoria e sconcertante su un mondo oscuro e velato e sulle sue infinite proiezioni.. ma anche un mistero da risolvere, una storia da ricostruire, un segreto da svelare.. Tre donne che hanno scelto (o non scelto) questo mestiere ribattono alle domande di un immaginario interlocutore raccontando il proprio vissuto e le proprie motivazioni lontano da giudizi di valore, pietismi o giustificazioni. Hotel di lusso, la strada, internet: sono tanti i luoghi della prostituzione così come infinite le motivazioni.
Sullo sfondo dei racconti Patricia: un'altra figura di donna, soffusa e nebulosa, che cammina ai confini fra realtà e illusione, sospesa nel tempo, al di sopra di tutti, forse sognata, che lega le tre protagoniste, le loro vite e i loro racconti.
E risposta dopo risposta, si aggiunge un tassello alla storia. Perché le tre prostitute si trovano in quel luogo? Di che posto si tratta? Cosa è successo? Cosa c'è dietro a tutte quelle domande? Chi è Patricia? E' compito dello spettatore indagare gli eventi, ricostruire la storia e dar loro senso.
La regia è ciclica, claustrofobica, a tratti onirica: scenografie neutre, costumi realistici, luci livide e trattenute mostrano una verità cruda e materiale non filtrata dai meccanismi dello spettacolo. Il Teatro non si fa veicolo, non si fa mediatore: al contrario, come il più spietato degli specchi, annienta le illusioni e ci rimanda immagini reali.. troppo reali.
VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI
IO E MIA SORELLA
Testo di Sabrina Biagioli
Regia di Gina Merulla
Con Sabrina Biagioli e Viola Biagioli
In un immaginario dialogo con la propria vita, una donna ripercorre gli anni trascorsi con la sorella, dall'infanzia fino ad oggi, passando per l'adolescenza, la giovinezza, l' amore.
E non sono anni qualsiasi, né vite qualsiasi, o almeno così lei crede. Fino a quando, in un momento di delirante lucidità, scoprirà una verità nuova, semplice, eppure vecchia quanto loro.
Ah, la sorella in questione è sul palco con lei, e con lei parla, ride, balla. Ha gli occhi a mandorla e un cromosoma in più. Ma forse, non è questo il punto.
Divertente, delirante, allegro, a tratti malinconico “Io e mia sorella” è soprattutto una storia d'amore lunga una vita. Anzi, due. Ha in sé la leggerezza delle cose tremende e la giusta dose di pazzia. Non è del tutto normale, questo è certo, ma del resto, non vuole e non può esserlo. In tutti i sensi.
"Forse, se c'è una cosa più brutta dell'essere diversi, è essere normali”, dice la sorella maggiore, quella con meno cromosomi e meno fantasia. E forse, per una volta, ha ragione.
Uno spettacolo da vedere, una dichiarazione d'amore, un'ora di emozioni comiche, vere, diverse. Ma soprattutto, una storia qualunque, che non pretende di insegnare la vita, ma solo, è felice di viverla.